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Il mare in pericolo

  • Federico 

Durante la mia ultima battuta di Surfcasting, mentre ero impegnato nella ricerca di qualche bel pesce, notavo che la temperatura era molto elevata per essere una nottata di metà Gennaio, si stava molto bene nonostante la notevole umidità. Tutto ciò mi ha fatto pensare e mi sono chiesto: come l’aumento della temperatura influenza la vita dei pesci e di conseguenza le nostre uscite di pesca?
Ho deciso di approfondire l’argomento e quello che ho scoperto mi ha assai colpito e un po’ amareggiato, non tanto per il Surfcasting, più che altro per il grande amore che nutro verso il mare. Sì, proprio quel mare che ha fatto da sfondo a tanti ricordi, rendendoli unici.
Ma bando ai sentimentalismi veniamo alle cose serie. Spero che questo articolo sia di tuo gradimento e che tu possa farlo leggere anche ad altre persone, in quanto quella meravigliosa distesa blu è un bene di tutti e non solo di noi Surfcaster.

Il mare è un sistema ecologico complesso. Per sistema ecologico si intende un’unità funzionale che comprende una comunità (BIOCENOSI), un insieme di organismi che vivono e interagiscono in una data area, e le componenti ambientali non viventi (ABIOTICHE).Organismi e ambiente abiotico si influenzano a vicenda.
Ogni fattore chimico-fisico dell’ambiente (clima, salinità e temperatura delle acque ecc..) è in grado di influenzare la vita di un organismo, fino a diventare un ostacolo se determinate condizioni mutassero drasticamente. Pensate che le attività antropiche, cioè dell’uomo, hanno aumentato i tassi di estinzione rispetto a quelli tipici della storia della Terra, addirittura fino a mille volte di più.
Ora vediamo qualche numero che ti può aiutare a capire meglio alcuni fattori importanti da prendere in seria considerazione.
Sebbene occupi solo circa lo 0,82% degli oceani mondiali e lo 0,32% del volume complessivo della superficie terrestre, il Mediterraneo è un hot spot di biodiversità ed è uno dei bacini meglio studiati al mondo. La sua ricchezza di specie (circa 8.500) rappresenta il 7,5% di tutte le specie marine. I popolamenti marini nel Mediterraneo mostrano una limitatissima similarità con quelli Atlantici. La particolarità del nostro mare è che si diversifica per la presenza di acque “calde” a latitudini temperate ed è in grado di ospitare specie tipiche di ambienti sia temperati che subtropicali.
La bassa profondità media del Mediterraneo (circa 1.450 m) e il tempo di ricambio delle masse d’acqua profonde (circa 40-50 anni contro gli oltre 80 anni di altri sistemi oceanici), evidenziano il rischio di gravi ripercussioni legate al cambiamento climatico in atto, che si ritiene avranno qui un impatto più rapido ed evidente rispetto ad altre aree marine.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi marini è associabile a diversi fattori: innalzamento del livello del mare, delle temperature superficiali e della profondità del termoclino (sottile strato in una grande massa d’acqua, nel quale la temperatura diminuisce, in funzione della profondità, più velocemente rispetto ad altri strati); cambiamento del regime idrologico (ad es., correnti) e del ciclo biologico degli organismi; acidificazione delle acque.
Il riscaldamento del Mar Mediterraneo, per quanto concerne le masse d’acqua sia superficiali sia profonde  ha già determinato cambiamenti in termini di biodiversità tra cui

  • Migrazione dal sud verso nord di specie ittiche
  • Introduzione di specie esotiche e bentoniche (che vivono sul fondo)
  • Fioritura algali tossiche
  • Popolamento di meduse pericolose

Anomalie termiche minacciano la biodiversità delle grotte marine portando alla sostituzione di specie endemiche, cioè del posto, tra cui alcune specie di crostacei.
Alterazioni della temperatura modificano anche la circolazione delle acque con impatto sulla capacità di dispersione di larve e forme giovanili di organismi marini.
Gli effetti sopraelencati comprometteranno la capacità degli ecosistemi marini di produrre beni e servizi indispensabili a contrastare i cambiamenti in atto, impedendo di conseguenza il sostenimento della nostra economia (si pensi ad esempio a turismo, pesca e risorse energetiche).
Sicuramente l’innalzamento climatico è un fattore naturale, solo che l’uomo attraverso la produzione di inquinamento, rende il tutto ancora più veloce. Sarebbe necessario usare un po’ più di energia alternativa, limitare il consumo di detersivi, fare la raccolta differenziata, prendere la macchina lo stretto necessario, aiutando così il nostro mare a superare questo sconvolgimento climatico. Se poi si unissero al nostro impegno anche le fabbriche e le aziende allora ci sarebbe un cambiamento ancora più significativo.
Probabilmente questo mio appello non cambierà le sorti della popolazione marina, ne rallenterà l’innalzamento della temperatura ma spero di sensibilizzare te che stai leggendo, cercando nel tuo piccolo di fare quanto è più possibile per salvaguardare il nostro ambiente. E se tanti di noi fanno il loro piccolo diventerà una cosa grande e questo aiuterà il nostro pianeta, la nostra natura, il nostro mare, i nostri figli.
Prima di concludere l’articolo vorrei ringraziare una mia cara amica, laureanda in scienze naturali, che mi aiutato nelle ricerche dato che anche lei, come me e come te che stai leggendo, ha a cuore la salute del nostro ecosistema. Grazie.

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