La primavera sembra essere giunta con largo anticipo rispetto al normale corso delle cose. Un inverno molto insolito ha caratterizzato la nostra penisola. A parte due settimane nella morsa del gelo, per il resto le temperature sono state miti e piacevoli. Anche le mareggiate si contano sulle punta delle dita, basti pensare che nella stagione invernale ho pescato solo una volta con il mare in scaduta, un po’ per impegni lavorativi e un po’ per le perturbazioni di breve durata. Insomma per praticare surfcasting ormai, bisogna avere molto tempo libero. Questo è il momento della pesca alle orate.
Il periodo della spigola ormai sembra essere passato, e purtroppo per me non sono riuscito a “spiaggiarne” nemmeno una. Ormai ho deciso di riversare la mia attenzione e la mia energia alla ricerca dello sparide d’oro: l’orata.
Come ho riportato sulla pagina di facebook del blog, mi sono giunte diverse notizie di catture dello sparide. Addirittura sembra che siano uscite durante tutto l’inverno. Secondo me è dovuto dallo scarso raffreddamento del mare a causa del tiepido inverno.
La spiaggia prescelta è stata lo “spacco della regina” o “la tagliata”, dipende da come la si vuole chiamare. Per essere più specifici, venendo da Roma è la prima uscita di Ansedonia, dopo di che basta seguire le indicazione per il mare. Qui il fondale degrada molto rapidamente, e la presenza del promontorio che si addentra nel mare fa proprio pensare che sia un ottimo spot per le orate. Insieme a Raffaello siamo giunti in spiaggia intorno alle 16:15, il picco di alta mare sarebbe giunto verso le 18:30, diciamo che ci troviamo i spiaggia nell’orario migliore. Il vento spira con discrete raffiche da nord-ovest, il mare è totalmente piatto anche se l’acqua è leggermente increspata in superficie. Il parco esche prescelto per a battuta è stato: arenicola, bibi, americano.
Come attrezzatura ho utilizzato: Cassiopea 160 gr con associato Shimano Ultegra CI4 XTA 14000, filo in bobina 0.18, montatura long arm, piombo da 100 grammi; Cassiopea 120 gr con mulinello Daiwa Windcast 5000, filo in bobina 0.18, long arm, piombo da 75 grammi; Tubertini Eurocasting 11o gr con mulinello Shimano Ultegra CI4 4500, montatura con doppio snodo e terminali da un metro, piombo da 50 grammi.
Pesca alle orate
La prima tocca è arrivato dopo una mezz’ora dall’inizio della battuta di PAF (pesca a fondo). Stiamo scambiando le prime impressioni sulla pescata quando scorgo uno strano movimento sulla canna di Raffaello. Subito dopo il cimino si scuote in modo inconfondibile togliendo qualsiasi dubbio! Un pesce ha abboccato al bibi! Tutto ci fa pensare ad un’orata ma invece… Ecco il video della cattura! 🙂
Una triglia da tre etti e mezzo. Non mi è mai capitato di vederne di così grandi! Insomma come inizio non c’era male.
Per vedere la secondo tocca abbiamo dovuto aspettare un’ altra mezz’ora. Questa volta a finire nel carniere si Raffaello è stata un’orata da 3 etti. L’americano innescato sul long arm ha tratto in inganno la preda.
Le mie canne invece non danno segni di vita, proprio per questo ho deciso di fare alcuni cambiamenti. Per prima cosa ho messo piombi più pesanti per raggiungere il pascolo più esterno, poi ho alleggerito terminali e ami. Ho caricato con le Cassiopea un side mettendo le esche sui 130 metri.
E proprio quando sembra tutto finito, vado a recuperare la Cassiopea 160 gr per smontarla, dato che sono le 22,00 e di pesci nemmeno l’ombra. Appena prendo la canna ferro nella speranza che qualche pesce sia rimasto attaccato al mio amo e che io non me ne sia accorto. Mi rendo conto quasi subito che la mia speranza si è trasformata in realtà. La canna era molto più piegata del solito e sentivo una forza opposta dall’altro capo della lenza. Quando ormai mancano 50 giri di mulinello per portare il piombo fuori dall’acqua, sento le testate del pesce. Quasi incredulo recupero un’orata da 3 etti! Praticamente la copia di quella di Raffaello!
Questa cattura ha riacceso le nostre speranze e nonostante la bassa marea si avvicinasse al suo picco, abbiamo deciso di procrastinare il nostro ritorno a casa. Purtroppo però, la serata non c’ha regalato più nessun emozione. Detto questo, la pesca alle orate è veramente entusiasmante.