Eccomi di ritorno dalla mia vacanza ad Ansedonia, un posto meraviglioso immerso nella natura dove praticare surfcasting, PAF e Spinning. In questa zona le postazioni di pesca raggiungibili in pochi minuti sono veramente tante, c’è quasi l’imbarazzo della scelta. Puoi optare per la Feniglia, Giannella, La Tagliata, Capalbio, la spiaggia dell’Osa, Marina di Pescia Romana, insomma chi più ne ha più ne metta!
Avere questa vasta scelta, ti confonde anche l’idee, se poi aggiungi la possibilità di praticare anche altre discipline oltre alla pesca dalla spiaggia, beh tutto si complica ancora di più!
Posso dire che ho avuto modo di sperimentare la pesca a tutto tondo e nonostante le soddisfazione non sono state moltissime, comunque qualche bella emozione da condividere c’è sempre!
Prima di partire voglio aprire una piccola parentesi sul degrado che ho ritrovato nelle due spiagge gioiello della zona dell’Argentario: Feniglia e Giannella.
Non contesto la limpidezza delle acqua o l’idea di lasciare un po’ tutto allo stato selvatico, ma la mancanza di pulizia della spiaggia, soprattutto in Feniglia (entrata di Ansedonia). Sono rimasto al dir poco sconcertato, tutta la macchia mediterranea alle spalle e nel pieno del degrado, rami crollati (probabilmente a causa della neve) lasciati li a marcire, alcuni sono attaccati penzoloni agli alberi e rischiano di cadere in testa a qualcuno.
La spiaggia invece la trovi come in inverno, piena di alghe sparse ovunque, diciamo che nel periodo invernale ha anche il suo fascino, ma in estate si dovrebbe avere la decenza di pulire. Questa mancanza amplifica l’inciviltà dei bagnanti che lasciano spazzatura ovunque! Anche il mancato ritiro della mondezza dagli appositi secchioni, che tra l’altro emanano odori assai sgradevoli, aumenta il poco buon senso di alcuni bagnanti.
Il problema è che se tutto ciò non interessa al comune o alla regione di competenza, perché dovrebbe interessare a qualche incivile di turno?
Beh, per me che amo il mare o lo vivo tutto l’anno, vedere questa indecenza mi ha fatto molto male. Rovinare così un paradiso terrestre è senza dubbio un omicidio nei confronti della natura. Il mio appello forse non servirà a nulla, ma per me è importante non rimanere zitto. Detto questo torno a parlare di pesca, così mi rilasso e non penso più a quest’assurdità!
Come è ormai noto, Agosto non è uno dei periodi migliori per il surfcasting o per il PAF. Il costante traffico di bagnanti e imbarcazioni allontana le prede di taglia dalla riva, e lascia la minutaglia sempre pronta a banchettare con i nostri inneschi. Ovviamente c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, un bella pescata può sempre uscire però le probabilità sono drasticamente ridotte.
Mormorette in Feniglia
Il primo spot provato non poteva che essere la Feniglia. Sinceramente non ero molto convinto della scelta, ma si trovava a 200 metri dal mio alloggio e per essere la prima sera poteva andare bene. Diciamo che è stata molto una decisione di comodità.
Ero al corrente dei rischi, insomma questo spot nel periodo estivo si riempie di piccole mormore, il problema però è che sembrano esserci esclusivamente quelle! Dopo un’ora di pesca avevo già terminato una scatola di arenicola, non facevo in tempo a lanciare che le mie canne da beach ledegering scuotevano il cimino. Mormorette e ancora mormorette.
Era diventato quasi fastidioso pescare, e per i continui inneschi di arenicole, e soprattutto per il rischio di uccidere tante mormore di 10 cm. Tra l’altro la costante presenza di un branco di 5-6 volpi alle mie spalle, non mi infondeva grandissima serenità emotiva. Difatti dopo un’ora e mezza ho deciso di chiudere tutto e di tentare la sorte l’indomani mattina, però su un altro arenile.
Ho deciso di inserire questa foto per far capire quanto sia comunque speciale questo posto! 😀
Alba a La Tagliata
La scelta di questo spot è nata soprattutto per la ricerca dell’orata. Qui il fondale è decisamente alto e so che l’incontro con lo sparide d’oro di taglia può trasformarsi in realtà.
Sono giunto sulla spiaggia intorno alle 4:30, il mare era calmo e il vento assente. Alle mie spalle, oltre alla classica macchia mediterranea c’erano diverse tende da campeggio. Tecnicamente non si potrebbe campeggiare così, ma visto il periodo che sta passando il nostro paese… spero che abbiano lasciato almeno tutto pulito, perché questa è la cosa più importante.
L’alba non è un momento che prediligo per pescare dalla riva, sia per l’alzataccia che bisogna fare ma, soprattutto, perché mi sembra di avere i minuti contati per pescare. Quando si pesca dal tramonto in poi invece, hai tutta una notte a disposizione e sei tu a scegliere quando andar via, insomma il tuo destino non è affidato al primo bagnante che decide di entrare in acqua, tra l’altro sempre davanti alle tue canne! Avete notato questa cosa o succede solo a me? Se ci sono 3 km di spiaggia, lui decide di fare il bagno proprio davanti alla mia postazione. Assurdo no? 😀
Dopo aver lanciato le esche in acqua, sono rimasto fiducioso ad osservare i cimini. Una canna l’ho posizionato sui 30 metri dalla riva, dove è presente un canalone bello profondo, l’altra ho lanciata il più lontano possibile. Dopo circa una 10 minuti ho controllato le esche ed erano totalmente intatte. Ho subito pensato che non era male come cosa, almeno non c’erano quei dannati granchi.
Dopo un’ ora di pesca non avevo cambiato ancora le esche, erano perfette! Stava accadendo l’inverso rispetto la notte appena trascorsa. Nell’acqua non c’era anima viva.
Il sole continuava a salire inesorabile! Dannazione un’altra cappotto era in avvicinamento e nonostante avessi fatto il possibile per catturare un pesce, ormai non potevo più fare nulla. Intorno alle 7:30 il primo bagnante era pronto a farmi chiudere il tutto! Insomma una vera disfatta! Non bastava il cappotto della sera prima? A quanto pare no!
Nella mia testa ha iniziato a balenare l’idea che forse dovevo tentare altre vie per fare un pesce. Proprio per questo la mattina dopo ho optato per un altro stile di pesca.
Spinning sulla scogliera di Ansedonia
La scelta è ricaduta sulla tecnica dello spinning. Metto subito le cose in chiaro, non sono un esperto in materia e non riesco nemmeno a distinguere un popper da un sinking! Ho iniziato a praticare questa tecnica circa un anno fa, ma ho fatto solo due uscite praticamente! Purtroppo essendo di Roma, non ho molti posti dove andare oltre la foce del Tevere che non amo affatto!
E poi sono molto legato al surfcasting, o forse non avendo mai preso un pesce in quelle due uscite non mi sono appassionato più di tanto. Solo che ora la situazione era diversa, dalla riva non stava uscendo nulla e potevo tentare una pescatina a spinning sulla “scogliera” di Ansedonia. Più che scogliera credo che siano dei sassi messi appositamente dall’uomo per evitare che il mare si mangi la spiaggia. Comunque sta di fatto che è un buon posto per praticare lo spinning, anche se l’acqua non per niente alta ma non mi importava molto, avevo una gran voglia di pescare.
Alle 5:00 di mattina ero di nuovo in spiaggia. Era ancora molto buio e ho atteso una mezz’ora in macchina in attesa del primo bagliore del sole. Non essendo pratico del posto, ed essendoci diversi scoglietti sommersi, non avevo affatto voglia di perdere gli artificiali ad ogni lancio. Insomma tra una cosa e l’altra, alle 5:30 ho lanciato il primo artificiale. Ad esser sincero ho scelto a caso la mia insidia, non avendo la minima idea di quale potesse essere più efficace. Diciamo che la tecnica di spinneggiare non mi manca, sia perché ho praticato spinning al torrente ma soprattutto perché quei pesciolini finiti fanno tutto da se.
Ho provato a cercare il pesce prima a galla e poi sotto, ma nulla a parte qualche incaglio. Ho provato le gomme ma niente. Nel mentre camminavo sempre più verso la fine della scogliera. Diciamo che ovunque mi fermassi, facevo una quarantina di lanci ruotando gli artificiali.
Ero quasi giunto alla fine della scogliera. Era un po’ rattristato e soprattutto dubbioso. Tutti quelli che vanno a spinning catturano mostri di pesci, mentre a me si stava consumando il terzo cappotto consecutivo. Dopo questo attimo di sgomento torno in me. Mi sono messo ancora con più impegno, prima o poi qualcosa avrebbe abboccato.
A questo punto decido di mettere uno yo-zuri testa rossa che andava a fondo. Inizio a recuperare e improvvisamente la canna si piega! Non sento delle testate, quindi penso che con molta probabilità ho preso qualche alga. Mentre recupero vedo una strana cosa nera attaccata al mio artificiale, guardo meglio e noto che ha delle pinne e ha una bocca! Non ci potevo credere, avevo appena catturato il mio primo pesce a spinning!
Ero troppo contento, mi è sembrato di ritornare bambino nel giorno in cui catturai la mia prima alborella al fiume! Ero fuori di me dalla gioia anche se non avevo la più pallida idea di che pesce avessi catturato! Era tutto marrone e assomigliava ad uno scorfano se non fosse il colore diverso! Ho anche pensato che potesse pizzicarmi! Poi mi sono soffermato un istante a guardarlo e ho riconosciuto il pesce. Era una piccola cernia bruna, diciamo che pesava al massimo tre etti! Con molta cura ho slamato il pesce e l’ho immediatamente rilasciato! Wow, lo spinning funziona!
Con una scarica di adrenalina nel corpo sono tornato a pescare e da lì a poco un’altra cernia bruna ha gradito il mio yo-zuri. Catturata, slamata e rilasciata. Ecco che inizio ad appassionarmi allo spinning!
A questo punto ho deciso di cambiare artificiale onde evitare una strage inutile di cerniotte, ma più nessun pesce ha abboccato ai miei artificiali.
Il rientro a casa è stato breve ma intenso, in quei 200 metri ripensavo all’accaduto e già sognavo l’alba del giorno dopo.
Spinning a Porto Santo Stefano
La scelta di questo spot è data dal fatto che sono venuto a conoscenza della cospicua presenza di serra e barracuda oltre che della spigola. Come postazione ho scelto il molo nuovo dove praticamente non ci sono nemmeno imbarcazioni, insomma mi sembrava di non rompere le scatole a nessuno, nonostante pescassi dentro il porto.
Sono arrivato alle 5:00 sul molo e ho iniziato subito a pescare! Qui l’acqua è altissima e dovrebbe arrivare intorno ai 7-8 metri, di conseguenza ho scelto gli artificiali che scendono un po’ in profondità!
Non so quanti lanci abbia fatto, ma niente si attaccava ai miei artificiali, tra l’altro non vedevo la minima bollata di qualche bel pesce, praticamente sembrava tutto fermo! L’unica emozione è arrivata negli ultimi 10 minuti di pesca quando due spigole sul chilo hanno inseguito il mio artificiale! Ho provato altri lanci per cercare di insidiarle, ma nulla di fatto.
Insomma, è stata una mattinata diversa! Quando peschi al porto sai che da un momento all’altro potrebbe uscire qualche bel pesce, e questa sensazione te la porti dentro per tutto il tempo della pescata, se poi non accade nulla… pazienza! Ho comunque fatto una nuova esperienza ed è sempre tutto di guadagnato.
Tramonto a La Tagliata
Per essere il quarto giorno di vacanza ero stato già a pesca ben 4 volte, però non ero ancora soddisfatto. I carnieri erano stati davvero deludenti e dato che il mare sembrava essere nelle condizioni adatta per il surfcasting, ho deciso di tentare di nuovo la sorte! Come spiaggia ho deciso di riprovare La Tagliata. Immaginavo potessero esserci belle ombrine con un mare di quel tipo e se poi fossi stato fortunato anche qualche bella spigola!
Sono giunto sull’arenile intorno alle 19:30, il mare era mosso e presentava delle onde imponenti nei primi 30 metri. Qui essendo molto alta l’acqua, il moto ondoso si riduce quasi esclusivamente a ridosso della prima secca. Ovviamente non era una mareggiata, solo un po’ di mare mosso. Nonostante tutto le piramidi da 125 grammi erano assai indispensabili. La forte corrente laterale, portava via i piombi sporteen da 125 grammi come niente.
Ero emozionato, il mare mosso mi crea sempre un certo scompiglio interno! Manda in fibrillazione ogni mia cellula! E’ come se mi connettessi con quel moto ondoso e ne facessi parte! Insomma quando si tratta di surfcasting vero a me ribolle il sangue!
Come montatura ho rigorosamente scelto un pater noster con terminali lunghi 70-80 cm dello 0,25.
La prima tocca non si è fatta aspettare molto! Un piccolo sarago aveva gradito l’ innesco di arenicola! Nemmeno altri 10 minuti che un altro sarago abbocca di nuovo. Il tutto sarebbe stato molto entusiasmante, se non fosse che i saraghi erano grandi quanto un accendino! Ero allibito, anche con questo mare tutta questa minutaglia? Dopo due ore di pesca ho deciso di fermare la mattanza di saraghi, dato che purtroppo non riuscivo a salvarli tutti. Mi rammarico sempre quando non riesco a ridare la libertà ai pesci sottomisura, quindi per evitare un inutile e straziante massacro, ho deciso di chiudere tutto e di abbandonare la pesca almeno per un giorno!
Sarda VS Spigola a Porto Santo Stefano
Dopo un giorno di tregua ho deciso di tentare la sorte di nuovo! Questa volta però, con una tecnica ancora diversa. Diciamo che mi sono posizionato sugli scogli all’imboccatura di Porto Santo Stefano. Come canna ho utilizzato quella da spinnig, dato che quelle da surfcasting che costano un sacco di soldi sugli scogli non le porto! 🙂
Come montatura ho semplicemente messo uno short rovesciato dello 0.35, un piombo da 40 grammi, un terminale lungo 120 cm dello 0.45, 10 cm di cavetto d’acciaio con due ami aberdeen del 2. Esca esclusivamente la sarda.
Che tipo di pesce cercavo? La sarda può regalare grandi risultati dato che piace alla spigola, al serra, all’orata, al sarago, insomma va bene un po’ per tutti. Ovviamente io speravo in qualche bel predatore.
Una volta posizionatomi sugli scogli, con il filo elastico ho fissato la sarda sugli ami e ho lanciato il tutto in acqua senza mettere un minimo di forza, in poche parole pescavo a 5 metri di distanza. Ogni tanto spezzavo qualche sarda e la utilizzavo come pastura. In poche parole dalle 4 del mattino fino alle 5:30 non ho fatto altro che pasturare.
La mia esca però rimaneva sempre intatta fino a quando improvvisamente, non vedo una leggere bacchettata sul cimino, poi subito un’altra. La canna si piega di brutto, una partenza fulminea! Ferro! Sento il pesce in canna! E’ qualcosa di carino! In più ho 40 grammi di peso e la lotta si fa più interessante. Devo solo sperare di non incagliare. Dopo qualche minuto vedo venire a galla una bella spigolotta da circa 700 grammi! Che spettacolo! Ero troppo contento, alla fine l’impegno e la costanza nella pesca pagano sempre… ehm rettifico… quasi sempre! 😀 Slamo il pesce e in preda all’eccitazione, innesco una nuova sarda e rilancio il tutto!
Il sole cominciava a salire davanti a me e piano piano si faceva sempre più alto. Non ho avuto più tocche, ma ero comunque soddisfatto. Ora, l’unico problema era togliere quella puzza di sarda dalle mani! Solo il cefalo emana odori più sgradevoli.
Dopo essere stato al bar a lavarmi le mani e a prendere il caffè, sono rientrato a casa soddisfatto della mattina di pesca.
Tramonto a Marina di Pescia Romana
Essendo ancora in possesso di due scatole di arenicola, una di americano e una di koreano, ho deciso di andare a finire le esche in quel di Pescia Romana. Sapevo che due settimane prima, il mio amico Cristian, aveva passato una bella serata con mormore e orate, tra l’altro ha perso anche un bel pesce che da come piegava la canna sembrava essere oltre i 3 chili. Purtroppo il terminale dello 0.18 non ha retto e si è spezzato a metà.
Sono giunto in spiaggia intorno alle 19:00 e il fato ha voluto che già potessi iniziare a pescare, dato che i bagnanti erano già andati via. Come attrezzatura ho utilizzato: Trabucco Cattura MN 100 gr con Shimano Ultegra CI4 4500, monofilo dello 0.18, shock leader dello 0.35, trave pater noster dello 0.35 con terminala da un metro, amo del 10, piombo 75 grammi; Trabucco Cassiopea 125 gr con Daiwa Windcast 5000 Z, monofilo dello 0.18, shock leader conico 0.18/0.57, trave pater noster dello 0.45 con terminale da un metro, amo dell’8 , piombo 100 grammi.
La canna da beach ledgering l’ho posizionata sui 40 metri dalla riva, dove è presente una bella buca, mentre l’altra sugli 80-100 metri. Intorno alle 20 vedo il vettino della Cattura MN bacchettare con costanza! Qualcosa ha abboccato! Ferro! Sento che c’è un bel pesciotto. Dopo un breve combattimento, ecco un oratella sul mezzochilo uscire dall’acqua! Come inizio non c’è male.
Da quel momento in poi, il vuoto per almeno un paio d’ore. A questo punto ho deciso di fare un piccolo cambiamento, ho messo il pop-up sul terminale alto della Cassiopea con un koreano di taglia media. Ho la convinzione che sia molto funzionale per la cattura dell’orata. Qualcuno potrebbe darmi del matto, ma io ho la certezza che funzioni come strategia. La prima volta che un orata rimase ingannata da questo innesco fu al primo raduno di SurfcastingBlog. Pensai subito che fu una questione di fortuna, ma poi capitò anche un’altra volta e pensai ancora che fosse il caso. Poi ho catturato 12 orate con pop-up in Sardegna, ma lì è la Sardegna quindi potrebbe non fare testo ma tre indizi fanno una prova. Quindi per dare adito alla mia teoria ho tentato l’arcano!
Non passano nemmeno 5 minuti che la lenza della Cassiopea va in bando. Ferro e inizio a recuperare. Non sembra un bel pesce. Un sugherello aveva abboccato al koreano con pop-up. Peccato. Non era quello che cercavo. Senza perdermi d’animo innesco un nuovo koreano e rilancio. 10 minuti dopo il filo va di nuovo in bando! Ferro e sento che c’è qualcosa di carino. Forse è un sugherello più grande ma le testate che davano erano inconfondibili. Ero convinto che fosse un’orata e difatti non mi sbagliavo. Uno sparide d’oro aveva abboccato al koreano con pop-up! Non era molto grande ma almeno 3 etti li faceva! Non so se ero più felice per la cattura o per avere dato forza alla mia teoria, spesso derisa da amici pescatori.
Da lì in poi si sono susseguite diverse abboccate di cui 3 saraghetti, un sugherello,una boca (tutti prontamente rilasciati) e infine due mormore: una a misura, morta durante la slamatura (altrimenti l’avrei rilasciata), l’altra invece di buona taglia.
Purtroppo ho avuto un’altra bellissima mangiata con il filo in bando, ma il pesce si è slamato sotto riva e ho veramente “rosicato”, come si dice a Roma! 😀
La serata si è conclusa con 2 orate e 2 mormore. Nulla di speciale però almeno mi sono divertito.
Ancora Marina di Pescia Romana
La mattina seguente alla battuta di PAF appena raccontata, mi arriva la chiamata di Giuseppe, un pescatore conosciuto al primo corso di lancio con Michele Nardi, che mi invita a fare una pescata insieme a lui e al suo amico. Come si può rifiutare? Difatti non si può. Gli racconto della pescata della sera precedente e gli dico che Pescia Romana è l’unico posto dove almeno sta uscendo qualcosina. Decidiamo di incontrarci lì per le 18, cosicché potessimo raggiungere la postazione e con calma aprire tutta l’attrezzatura. Io ho scelto lo stesso punto della sera prima dato che aveva pagato, mentre Giuseppe e il suo amico si sono messi ad una cinquantina di metri alla mia sinistra.
Il tramonto ha subito portato un’orata sempre sul mezzochilo a Giuseppe, che dopo un’oretta ha replicato con la seconda. Nel mentre io avevo catturato una mormoretta da rilasciare. Il picco di marea sarebbe arrivato per le 23:00 e per quel momento ho deciso di sfoggiare la mia “tecnica segreta per l’orata”: koreano e pop-up.
Dopo aver inserito la spuma pop-up sul terminale e il koreano sull’amo, faccio un bel lancio in side e spero nel miracolo di vedere anche io un pesce. Subito dopo decido di fare una passeggiata da Giuseppe per fare due chiacchiere.
Dopo una decina di minuti decido di ritornare alla mia postazione e proprio mentre cammino verso le mie canne, noto l’ascensore salire. Qualcosa ha abboccato. Corro verso la canna e ferro. Inizio a recuperare e sento delle belle testate. Vai a vedere che il koreano e il pop-up mi regalano un’altra orata? Ovviamente sì! Un’altro sparide d’oro da 500 grammi ha abboccato al terminale “popuppato”! A questo punto sono certo della funzionalità del mio segreto, che ora segreto non è più! A me piace condividere, non ci posso far nulla! 😀
La serata è filata via senza che nessuno di noi tirasse fuori un altro pesce. Nonostante ciò ci siamo divertiti e abbiamo arricchito la nostra esperienza attraverso la condivisione delle nostre storie di pesca!
Il resoconto della settimana di pesca non è un granché, ho pescato soloamente 2 cernie, 3 orate, 2 mormore, una spigola e tanta minutaglia. Ho anche cercato invano qualche pesce serra ma non si sono fatti vedere. Comunque è stata un’ esprienza molto istruttiva, dove ho capito ancora di più quanto amo la pesca! Mi piacciono tutte le tecniche, anche se poi prediligo il surfcasting e il PAF. Secondo me, la pesca è molto simile al calcio. Catturare un pesce è un po’ come fare un gol! E’ sempre un’emozione forte e mai è scontata! Ogni volta che lanci la lenza in acqua è come se facessi partire la tua azione d’attacco e quando riesci ad andare a segno è sempre una grande gioia! 😀