I giorni passano. L’inverno ha spalancato le porte alla primavera. La regina dei mari invernali lascia il posto alla sua sorella di pari rango: l’orata. A dire il vero, lo sparide d’oro non ha mai smesso di abboccare ai nostri ami, almeno qui nel Lazio. Hanno fatto belle catture in diversi spot, evidentemente l’innalzamento della temperatura del nostro mare è la causa di questa novità. Difatti, in una precedente battuta di pesca, ne ho viste uscire ben due che superavano di lunga il chilo e mezzo.Questa visione mi ha fomentato e sono subito partito alla ricerca dell’orata da sogno, quell’orata che ancora manca nella mia bacheca dei trofei. Finalmente è arrivato il momento della pesca a fondo alle orate in primavera.
Siamo giunti a Foce Verde (Latina), intorno alle 17:00. Il compagno di avventura è Francesco, un ragazzo conosciuto grazie al blog e che ora fa anche parte del nostro team Sea Storm. Un moderato vento di scirocco increspa il mare e crea la classica ondina sui 35-40 metri. L’acqua sembra pulita. Il cielo è nuvoloso e sembra che potrebbe piovere da un momento all’altro.
Senza perdere molto tempo, monto le mie due anyfish anywhere, four&bait e six&bait, e la Cassiopea 120 gr. Con le prime cerco le orate sulla lunga distanza e pesco con piombi da 125 a 150 grammi, mentre con la Cassiopea faccio una pesca più leggera alla ricerca di mormore. L’esche della serata sono arenicola, koreano e vongole (ahah non le prenderò mai più, purtroppo non ho trovato altro).
La pesca inizia e le prime tocche arrivano subito. Alcune mormore sotto misura hanno deciso di banchettare con la nostra arenicola. Sia io che Francesco, ne catturiamo diverse. Ovviamente sono state tutte rilasciate con cura. Il picco di alta marea è previsto intorno alle 20:00. Insomma, queste catture, anche se di mormore sotto misura, sembrano un buon segno, bisogna solo aspettare che abbocchi alle nostre esche qualcosa di più grosso.
Il tramonto passa senza alcun pesce di taglia. Il cielo si scurisce sempre di più. Le nuvole nere non lasciano passare un filo di luce. Tutto diventa buio. Questi momenti sono molto suggestivi e ti fanno sentire piccolo. L’oscurità ti avvolge totalmente e gli starlight sono l’unica fonte di luce che risplende nella notte.
Ore 22:00. Siamo un po’ demoralizzati perché ancora non abbiamo visto un pesce serio, ma all’improvviso sento urla di gioia da parte di Francesco. Corro a vedere e sulla riva scorgo una bellissima orata da oltre un chilo. Spettacolare. Finalmente abbiamo visto un bel pesce. Il koreano si rivelerà l’esca micidiale della serata.
Torno alla mia postazione. Sono fomentato, ma anche un po’ stizzito. Porca miseria, le orate belle sempre agli altri! 😀
Sono contento per Francesco ma un po’ scontento per me. Devo riuscire a sfatare questo mito. Nonostante faccio una pesca selettiva, riesco a prendere al massimo pesci da un chilo. Non so più a che santo appellarmi, ma prima o poi invertirò la rotta, me lo sento.
Passa un buona mezz’ora. Quando vedo la mia anyfish anywhere six&bait leggermente in bando. Interessante. Sembra una tipica abboccata da orata. Ferro. Sento qualcosina. Recupero la lenza e un’orata da 3 etti finisce nel mio secchio. E ti pareva! Un po’ più grande no? Va beh, la slamo e innesco di nuovo, sperando in qualcosa di più corposo. Non passano nemmeno 20 minuti, che vedo un altra spiombata sulla stessa canna. Ferro e recupero. Questa volta c’è qualcosa di più grande. Un’orata sui 6 etti questa volta! Già va meglio. La pesca a fondo alle orate in primavera ha dato dei discreti risultati.
Tutte le abboccate della serata sono arrivate, sul calare dell’alta marea. Diciamo da un’ ora e passa dopo il picco. A quanto pare alle orate piace di più la bassa marea. E dato che è la terza volta che noto questo particolare, direi che tre prove fanno un indizio, quindi questa nuova scoperta andrà a far parte del mio bagaglio personale. A te è mai capitato di catturare le orate con la bassa marea?