Vorrei essere qui a raccontarti di una divertente battuta di paf, postare una foto con un bel carniere, farti vivere l’emozioni della serata descrivendoti minuziosamente ogni cattura. Vorrei parlarti delle montature e dei terminali che ho utilizzato, ma tanto per cambiare la mia battuta di pesca è stata rovinata dalle solite reti.
Due maledette settimane di attesa per poi ritrovarmi a pescare davanti ad una rete calata in pieno buio, ovviamente senza essere segnalata. Questa è l’Italia, un paese ricco di egoismo dove il rispetto per gli altri non esiste più. Non voglio generalizzare, perché per fortuna non siamo tutti uguali, ma la razza dei pescatori con le reti sotto costa mantiene lo stesso “status operandi” in tutto il paese.
Sono all’incirca le 22:00, quando all’improvviso una lucetta rossa appare dal nulla. La vedo muoversi furtivamente nell’oscurità. La seguo con lo sguardo per capire le sue intenzioni. Passa davanti alla mia postazione di pesca. Le distanze nella notte non sono facili da considerare, ma ad un certo punto la luce diventa sempre più grande. Si avvicina. Sempre di più. Mi chiedo cosa stia facendo su quella dannata barchetta. Sono così vicini alla riva che non posso credere che stiano per fare ciò che non vorrei facessero. La barca si ferma proprio davanti a me. Se i miei sensi non si sbagliano, saranno più o meno sui 120 metri dalla riva. Dopo qualche minuto di sosta lì vedo allontanarsi, per poi fermarsi un po’ più giù, finché non usciranno a 200 metri dalla mia postazione.
Confidando di aver interpretato male la situazione, prendo la mia Anyfish Anywhere e carico un bel ground per cercare qualche pesce sulla lunga distanza. Dopo una ventina di minuti decido di recuperare la lenza. Dò una leggera ferrata per sicurezza, non si mai che avesse mangiato qualcosa. La canna si piega di brutto! Cavolo, c’è qualcosa attaccato al mio amo. Inizio a recuperare. Porca miseria è qualcosa di grosso, anche se non sento alcuna testata.Recupero ancora fino a quando mi rendo conto di avere incagliato in qualcosa. Ma come è possibile?
Sono due ore che lancio sempre allo stesso punto e non ho mai trovato alcun incaglio, tra l’altro Riva dei Tarquini ha un fondale totalmente sabbioso. Non capisco. Ho incagliato mille volte nella vita, ma questo non sembra proprio essere un scoglio, sembra un peso morto troppo pesante da tirare. Ad un certo punto, mi ritorna in mente quella lucetta rossa così vicina alla riva. E se uno più uno fa due, l’oggetto non identificato con cui sto combattendo è senz’altro la rete piazzata da quei loschi figuri. Mi sale il nervoso, non riesco a liberare la lenza. Hanno lasciato la rete vicinissima a riva, dato che con il mio ground non supero i 150 metri di distanza. Il sangue mi ribolle e inizio a sbraitare come un bestia ferita. Stucco.
Basta reti da pesca nel sotto riva
Possibile che non si riesca a fermare tutto questo? Non posso rassegnarmi a questi soprusi. Quei pescatori non sono in regola. Non hanno segnalato nulla di nulla. Ci servono delle maledette boe luminose per segnalare le reti.
La petizione è l’unico strumento che abbiamo per proseguire la nostra lotta e nonostante tutti gli enti contattati (ministro, ministero politiche agricole, guardia forestale) non abbiano risposto ad alcuna mail, continuerò a scrivere finché non mi daranno ascolto.
La petizione ha raggiunto quasi le 1500 firme, ma non possiamo fermarci. Dobbiamo divulgare ai nostri amici e renderli partecipi. Questo è un problema che non grava solo su noi pescatori, grava su tutta la popolazione. Lo sterminio con le reti sotto costa deve essere fermato.
Ho sentito tanta gente a favore della petizione ma ce ne sono tanti altri che pensano sia inutile. O meglio, credono che non ci daranno ascolto e quindi è inutile combattere. Non funziona così la vita. Bisogna lottare se si vuole ottenere qualcosa. Facciamoci sentire, alziamo la voce! Inviaci testimonianze e fotografie, pubblicheremo il tuo sfogo direttamente sul blog.
Non voglio essere da solo a lottare, non è sufficiente firmare la petizione e poi lasciare tutto in mano a me. Bisogna interagire e ognuno ha il diritto e il dovere di dire la sua.
Il blog vuole essere un mezzo per far sentire la tua voce, contattaci e pubblicheremo la tua indignazione sia sul blog che all’ interno della petizione. Cosa aspetti a scriverci?
Cerchiamo di essere più attivi e tutti insieme facciamo sentire soltanto un’ unica grande voce… BASTA ALLE RETI DA PESCA NEL SOTTO COSTA!