Gli ami costituiscono nel complesso pescante la parte che è più a contatto con le nostre prede e per ognuna di esse esiste quello più adatto. Un amo classico è composto da diverse parti: l’attacco per la lenza che può essere ad occhiello o a paletta; il gambo scelto in base all’esca, può presentare degli ardinglioncini che per mettono all’esca di con collassare su di esso; la curva si divide in arrotondata e ad angolo, la differenza sta nel fatto che nel secondo caso la flessibilità sotto trazione è ridotta ed in caso di ferrata la punta penetra più facilmente; la punta è diritta o rientrante e dietro di essa c’è l’artiglione che altro non è che una piccola scheggia; la gola e l’apertura determinano la numerazione, una si riferisce alla parte interna dell’amo dopo l’ardiglione, l’altra alla distanza tra quest’ultimo ed il gambo.
Leggendo ed informandoci possiamo dire che la scelta si basa principalmente sulle caratteristiche della preda che vogliamo insidiare. In situazione agonistiche l’amo diventa universale è si prediligono soprattutto il Crystal ed il Wormer, le misure si aggirano tra il 14 ed il 10 per includere anche i pesci di superficie. Una cosa che bisogna ricordare è che la relazione con il bracciolo è fondamentale al fine di avere un’esca più naturale possibile: un’equilibrio tra la grandezza dell’amo e la lunghezza del bracciolo (piccoli con corti e viceversa) farà si che l’esca risulti il più mobile possibile. In commercio ora ne esistono di vario tipo, puoi leggere le caratteristiche specifiche qui.
Nella storia i materiali di composizione sono stati diversi, dall’osso al ferro fino ad arrivare ai giorni nostri in cui l’acciaio misto al carbonio ed i processi evoluti di affilatura permettono di avere ami molto più robusti, più penetranti e più leggeri. Inoltre negli anni, migliorando la qualità delle proporzioni tra le varie parti che costituiscono gli ami, il carico di rottura è decisamente aumentato, anche questo è fondamentale quando si decide che preda insidiare.