Che dire, ci risiamo. Un’altra battuta di surfcasting e un’ altro bel cappotto. Se non ci fosse un’ infinita passione a sorreggermi nei momenti di scoramento, probabilmente avrei abbandonato tanto tempo fa. Per fortuna la nuova sfida con il surfcasting, aperta ormai da qualche settimana, mi rende iperattivo. La curiosità, la voglia di esplorare e capire il mare mi fanno da padroni.
Non ho nemmeno il tempo di restarci male, che già viaggio con la testa alla ricerca di spiegazioni attendibili, nate da ragionamenti più che approfonditi. Tutte le risposte che mi arrivano, portano alla stessa conclusione il “quando” e il “dove” sono sbagliati! Cercherò di spiegare un po’ quello che è successo e tutto il percorso che mi ha portato alla seguente conclusione.
Partiamo dall’inizio. Il giorno prima della battuta di surfcasting, una perturbazione proveniente da sud ha caricato di energia il mare e creato una bella mareggiata. I venti di scirocco sono stati intensi e hanno raggiunto raffiche di 30 nodi. Il quantitativo delle piogge cadute è stato non indifferente, i fiumi si sono ingrossati e nutrimento e sporcizia ha cominciato il loro viaggio verso il mare. Proprio per evitare acque decisamente torbide, ho indirizzato la mia battuta ad una spiaggia a sud della capitale: Foce Verde. Nonostante ami molto di più gli arenili a nord di Roma, diciamo da Riva dei Tarquini in su, lì il rischio di trovare l’acqua marrone sono molto più elevate, data la cospicua presenza di fiumi e corsi d’acqua. Quando si parte di mattina e si ha poco tempo, cerco di andare un po’ più sul sicuro.
Battuta di surfcasting: il meteo
Nell’immagine qui sotto, puoi vedere le previsioni del vento fornite da un sito molto attendibile www.windguru.cz. Vi specifico che quelle del giorno precedente portavano per tutta la giornata venti con velocità media di 22 nodi di scirocco, con raffiche che raggiungevano i 30 nodi. Tutto questo fino alle 22,00. Il giorno dopo invece, come puoi vedere, alle sei del mattina il vento veniva da Nord e si è trasformato in una semplice brezza.
Visto tutto questo, ho pensato che l’albeggio potesse essere un ottimo momento per pescare, tra l’altro il picco di alta arrivava alle 10:00 del mattino.
Siamo partiti da Roma con un po’ di ritardo, diciamo poco prima delle 7:00. Quindi l’albeggio è storia da dimenticare. Il motivo del ritardo? Semplice, l’indecisione. Aspettare che le webcam di Latina fossero un pochino più nitide prima di partire, ti porta via tempo. Quando però vedo il mare ancora bello messo, decido di tentare la sorte.
Siamo giunti sull’arenile intorno alle 8:15. Il mare è ancora mosso. Cammino con la macchina sul lungomare, cercando di individuare punti buoni per lanciare l’esca. Percorro più di due km, prima di trovare una postazione che mi piace. Osservando scorgo un punto interessante, scendo dalla macchina e lo osservo da un punto un po’ rialzato. Vedo che c’è un canalone parallelo tra due secche. C’è un solo grande frangente a riva che si alza almeno di un metro e mezzo prima di frangersi, per poi creare una trentina di metri di risacca. L’ultimo frangente invece, si trova ad una distanza siderale ed è irraggiungibile da qualunque pescatore.
Quando scendo in spiaggia, vedendo il mare da un punto vista diverso, mi trovo un attimo spaesato. L’onde che si frange sulla riva è maestosa e ti impedisce di vedere quello che c’è dietro. Un serie di onde inizia ad alzarsi davanti a me. Non capisco. Prima non c’erano quelle onde. Cosa significa? Mi rendo conto che il canalone perpendicolare è più stretto di quello che immaginavo. Poco importa, il punto potrebbe rendere lo stesso. E poi se non provo, come faccio a scoprirlo?
La prima canna la piazzo subito dopo il primo frangente. Il vento che soffia è ancora scirocco, ma è molto leggero e non mi infastidisce nel lancio. Riesco a mettere l’esca esattamente dove voglio. La secondo canna invece, la lancio in ground il più lontano possibile, anche se la piramide da 150 gr, non mi è di grande aiuto a causa della poco aerodinamicità.
Perfetto, le canne sono in pesca. Ora devo sperare in qualche tocca. Infondo c’è solo questo frangente enorme e dietro sembra quasi calmo il mare. Ci sono delle serie di onde che costeggiano il canalone, ma nulla di che. Tra l’altro questo canalone, sembra formare una T con un altro canalone perpendicolare ad esso. L’intersezione sta sui 60 metri dalla riva.
Sono fiducioso. Il picco di mare si avvicina. Confido in qualche tocca da lì a breve. Nel mentre, osservo la riva a sinistra e a destra. Qualcosa non mi torna. Salgono i dubbi e con il passare del tempo, arriva una terrificante domanda nella mia mente che porta ad una terribile sentenza. Mi chiedo, ma perché dovrebbe esserci il pesce in questo punto? Cosa lo spinge a passare di qua? La riva è frastagliata tutta allo stesso modo, l’ho notato anche prima mentre ero in macchina.
Non ci sono punte di sabbia marcate, più o meno per tutto l’arenile il mare crea lo stesso gioco: primo frangente mastodontico a riva, ultimo frangente a distanza siderale, canalone gigantesco parallelo alla riva. Insomma, perché il pesce dovrebbe passare proprio dove sono io? Non mi trovo a valle di qualche corrente, non ci sono accumuli detritici potenziali da battere, è tutto bello, ma anche tutto uguale. La sentenza arriva con due ore di anticipo oltre la chiusura. Altro cappotto in arrivo.
Bene, posso dire che anche stavolta ho fatto la mia stupidaggine di turno, dovuta anche un po’ dalla fretta, che nel surfcasting è sempre cattiva consigliera. Il mare tra l’altro non ha accennato a fermarsi nemmeno un po’, è rimasto costante e di scaduta non ce n’è stata l’ombra. Allora mi sono chiesto, come faccio ad andare nel momento della scaduta? O arriva troppo prima o troppo dopo.
Per uno che non vive al mare, arrivare al momento giusto, non è cosa semplice. Possibile che l’unica soluzione, sia mettere le tende in spiaggia in attesa della scaduta? A questo punto, devo andare al mare con un paio d’ore d’anticipo rispetto al momento in cui io prevedo ci sia la scaduta, dopo di che bisogna aspettare il momento buono fino a quando non arriva. Tu come fai ad individuare il “quando” andare? Su cosa ti basi per la tua battuta di surfcasting?