Partenza alle ore 15 da Roma, 4 scatole di arenicola, sacca delle canne, cassettoni e tanta voglia di pescare. Le condizioni meteorologiche erano pressoché ideali. Nei giorni precedenti c’era stata una pesante perturbazione di libeccio, poi il vento era girato a nord passando a tramontana che, in meno di due giorni, ha diminuito notevolmente le temperature dando così il via al tanto aspettato inverno. Anche l’assenza della luna era favorevole per il beach ledgering alla mormore, tutto era perfetto per una battuta di pesca dalla riva in Feniglia.
Mentre sono in macchina con il caro e vecchio compagno di pesca Cristian, mi arriva la chiamata di Raffaello (altro malato per la pesca) che mi dice che si trova ad Orbetello per un lavoro. Gli dico che sono in viaggio per la Feniglia e ovviamente ha deciso di partecipare alla pescata!
Siamo giunti in spiaggia intorno alle 17:30, il sole è ormai tramontato. Il mare è calmo e una leggera brezza fredda pizzica sul viso. Camminiamo un centinaio di metri e il primo a fermarsi sono io. Stavolta mi sono scelto con cura il posto: un bella punta. In questo tratto la riva forma una specie di dosso, nonché un accumulo detritico. Ciò mi fa pensare che sia la postazione ideale. Cristian e Raffaello si spingono un po’ più avanti.
Come attrezzatura ho scelto la Cassiopea 120 grammi con mulinello Shimano CI4 4500 e la Tubertini eurocasting 110gr con abu garcia 3500. Montatura a doppio snodo con terminale da un metro incollati rispettivamente a 10 e 110 cm dal piombo. Ami Gamakatsu del 10 a gambo lungo. Piombi da 75 grammi e sono pronto per il beach ledgering alle mormore.
Nei primi 20 minuti ho cercato di sondare un po’ il mare, lanciando le due canne a distanze diverse. Ad aiutarmi un po’ a capire il punto giusto sono state le abboccate delle stelle marine, dove ci sono loro non gira molto pesce. Nel mentre, dalle altre postazioni, mi giunge notizia che Raffaello ha già un paio di mormore nel secchio, invece Cristian già sta a tre. La mia foga agonistica mi ha fatto salire una scarica di adrenalina. Dopo poco tempo sono già così sotto e no va bene, ma finalmente vedo l’ascensore salire appena appena. Ferro e un bella mormora di taglia finisce nel mio secchio. Da quel momento in poi, non ho avuto un momento di pace. Le toccate sono costanti, il tempo di recuperare la preda e rinnescare l’arenicola che sale l’ascensore dall’ altra canna. I combattimenti sono molto divertenti, sembrano quasi indemoniate.
A volte è stato veramente complesso percepire le tocche nonostante ci fossero come segnala catture gli ascensori. Evidentemente non c’era una grande frenesia alimentare, difatti non sono uscite doppiette e solo di rado gli ascensori sono schizzati verso l’alto.
La nottata di pesca è terminata intorno alle 23. Abbiamo chiuso con un totale di 21 mormore di cui 9 mie, 9 di Cristian e 3 di Raffaello (purtroppo nella sua zona girava qualche serra).