Pazzia, solo pazzia. Svegliarsi alle 3:00 di notte per tentare la sorte con una battuta di surfcasting all’ alba. Quando senti quel richiamo dentro, non puoi resistere e sei disposto a tutto pur di mettere le canne in acqua.
Il tempo in cui andavo a pesca una volta ormai è terminato, purtroppo tra lavoro e famiglia, il tempo è sempre meno. Quindi mi devo adattare. Seguo le previsioni meteo e confido di trovare il momento perfetto. Un momento che concilia gli impegni familiari, il vento, il mare, la marea. Insomma un vero delirio.
Il mio cruccio sono le ombrine. Da Ottobre ad Aprile, io penso a loro notte e giorno. Le sogno la notte, le desidero di giorno e non ho mai tempo di andarci. Ma alla fine mi faccio coraggio. Le condizioni meteo portano un mare in scaduta con un cambio di vento intorno alle 5 di mattina. So perfettamente che se partissi la sera prima, tutto sarebbe perfetto. E sicuramente il mio sogno sarebbe potuto diventare realtà, ma non posso. Quindi mi tocca provare all’alba.
Ore 3:00 la sveglia non suona, nonostante sono andato a dormire a mezzanotte, mi sono svegliato prima che lei suonasse. Maledetta adrenalina, non ho chiuso occhio. Io vorrei stare già lì. In fretta e furia mi preparo. Si parte. Destinazione Murelle.
Il fragore delle onde
Cavolo non ho dormito nulla e sto guidando. Ma l’adrenalina guida al posto mio. Sono super eccitato. Alle 5:00 parcheggio la macchina. Tutto è buio. Osservo fuori per capire se c’è vento o meno. Non vendo muovere nemmeno una foglia. Mi assale un dubbio, ma non è che il mare si è già calmato? Oramai sono qui e di certo non torno indietro. Apro lo sportello della macchina e un rumore sordo nel buoi irrompe dal silenzio. Un brivido. Sono le onde del mare.
Cavolo, essere da solo nel buio e sentire quel tonfo cupo, mi ha un po’ intimorito. Speriamo che il mare non sia estremamente mosso. Scarico la macchina e arrivo in spiaggia. Il mare è bellissimo, mosso ma praticabile. Mi devo sbrigare l’alba si avvicina.
Surfcasting all’ alba alle ombrine
In pochissimo tempo, monto un paio di canne. Come parco esche ho americano ed arenicola, purtroppo niente esca bianca. Come complesso pescante decidi di optare per uno short rovesciato e classico trave con doppio terminale. Piombo sporteen da 150 gr. Riesce a tenere bene il mare e non scarroccia minimamente.
Il primo frangente lo trovo sui 60 metri e decido di piazzare le esche proprio lì. Mi sarebbe piaciuto mettere anche una canna nel sotto riva, ma la corrente è veramente importante e poi non ho esca bianca per insidiare la spigola. E quindi cerco di catturare qualche ombrina o magari un orata.
Il cambio di luce
La prima ora di buio, non mi sta regalando nulla. So per certo che fare l’alba porta sempre dei rischi e più si avvicina il sorgere del sole e più si avvicina la pescata.
Il cielo scuro inizia a schiarire da est. Una emozione mi pervade dentro, questo è il momento buono e dura meno di un’ora. O abbocca adesso qualcosa o rischio di essermi svegliato alle 3 di notte per cappottare.
La luce del giorno, comincia a pervadere il mare davanti a me. La preoccupazione avanza. Ma in quel momento vedo una tocca sulla Shimano Speedmaster Surf 4,50 200 gr. Ci siamo. Qualcosa potrebbe aver abboccato.
Prendo la canna e ferro. Sento un discreto peso. Qualcosa c’è. Inizio a recuperare. Non sento particolari testate. Spero non sia una toppa di alghe. Quando entra lo shock leader nel mulinello, sento delle testate discrete. Per fortuna c’è. C’è uno scalino molto pronunciato e non è facile spiaggiare il pesce. Mi avvicino alla riva e aspetto l’onda giusta. Una bella ombrina da 500 gr, precisamente 506 gr esce fuori dall’acqua. Sono felice. Prendere un pesce tra le onde è sempre emozionante.
Pensavo che l’americano potesse fare la differenza con questo mare, ma l’ombrina ha preferito l’arenicola. Innesco un nuovo verme e rilancio. Non passano nemmeno 10 minuti e la vetta ha un nuovo sussulto. Prendo la canna e ferro. Subito sento delle testate. Che sia un’orata? Inizio a recuperare e dopo un paio di fughe sotto il gradino di risacca, tra la schiuma esce un bel sarago. Diciamo un bel sarago per le mie zone. Non mi è capitato spesso di prendere un sarago da 3 etti.
Il sole è sorto e parte 4-5 saraghetti, non è uscito più nulla. La mia battuta di surfcasting all’ alba è terminata. Due pesci sono finiti nel secchio. Sono felice. Pescata breve ma intensa. Come nella vita, l’impegno paga sempre anche se sono stanchissimo.