Sono appena di ritorno da un’intensa giornata di surfcasting a Serapo allo stato puro. La stanchezza si fa sentire, ma la voglia di condividere ciò che ho provato oggi, mi da un po’ di forza per continuare nella scrittura di questo report.
Le speranze della giornata erano molte e, nonostante il 99% delle persone che conosco mi avrebbe dato del pazzo nel partire con previsioni meteo di quel tipo, la voglia di sperimentare una nuovo spot mi ha condotto in un’avventura senza precedenti. La spiaggia prescelta per la battuta di surfcasting è Serapo, Gaeta.
Dai racconti di amici pescatori, questa spiaggia risulta essere prolifica quando i forti venti di scirocco rendono la pesca impraticabile altrove. Nella mia testa mi ero costruito un film un po’ diverso da quello che ho visto oggi, immaginavo una conca tra due promontori che entrasse abbastanza nell’entroterra, dove il mare spingesse a largo e a riva schiumasse solo nei primi 30-40 metri. Diciamo una via di mezzo tra Giannella (con venti di scirocco) e il mare che ho trovato. E’ anche vero che se il fato non avesse cambiato le carte in tavola, con molta probabilità sarei partito il giorno prima per la montata del mare e sicuramente avrei optato per un’altra spiaggia, ma per causa lavorativa ho dovuto rimandare al giorno seguente.
Surfcasting Serapo la pescata
Siamo giunti in spiaggia intorno alle ore 11,00. Lo spettacolo difronte ai nostri occhi è incredibile. Un mare gonfio e ricco di schiuma. Cavalloni che si frangono uno dopo l’altro a perdifiato. Il vento che alza delle spruzza dalle onde. La sabbia e la salsedine si fa sentire sul viso. Le raffiche sono a dir poco spaventose e a stento si riesce a camminare. E meno male che era una spiaggia riparata del vento di scirocco. Certo che questo non è nulla in confronto al mare incontrato un paio di km prima. Cavalloni mastodontici gonfiavano il mare a perdita d’occhio. Nessuna piramide o spike sarebbe mai riuscita a stare in pesca. Questo mi faceva comunque ben sperare, infondo mi era stato detto che queste erano le condizioni ideali per pescare a surfcasting Serapo.
In men che non si dica ho tirato fuori la mia nuova 2 pezzi Anyfish Anywhere. Canna proveniente direttamente dall’ Inghilterra, la patria del surfcasting. E’ una 175 gr. capace di lanciare in ground e pendolo 175 gr di piombo più tre esche corpose, insomma un vero bisonte, adatta a raggiungere grandi distanze in fase di lancio e ottima per affrontare mareggiate così pesanti.
Come montatura ho utilizzato un pater noster a 3 snodi con terminali da 50 cm. Come piombo ho optato per la piramide da 175 grammi. Tre striscioline di calmaro come esche.
Lancio subito la lenza in acqua, ma a causa delle forti raffiche, è quasi impossibili superare i 40-50 metri di gittata, nonostante stessi lanciando in ground. Appena messa la canna in tiro, inizio a preparare la seconda. Ma il cielo, che fino a pochi minuti prima aveva qualche sprazzo limpido, ora è totalmente nero. Un nuvolone gonfio di acqua sta transitando sopra la mia testa. Inizia a piovere. Da poche gocce, ad un acquazzone pauroso.
L’ombrellone comprato il giorno prima per la pioggia, non è in grado di sostenere un vento così forte. E’ impossibile tenerlo piantato a terra. Io e Crisitian, l’unico pazzo che possa accompagnarmi in questo viaggio di paura, decidiamo di chiudere il povero ombrello e di correre al riparo in macchina. Una volta al sicuro, il vento e l’acqua sono aumentati d’intensità. Altre che 20 nodi di scirocco, le previsioni avevano sbagliato, ce n’erano almeno una decina di più.
La macchina comincia a muoversi, sembra quasi dondolare. I goccioloni d’acqua stanno tempestando la mia macchina. Lampi e tuoni. Fulmini che squarciano il cielo a metà. Boati e rimbombi. Gli alberi piegati in due dal vento. Sembra l’apocalisse!
Una burrasca sta irrompendo sulla costa. Dal finestrino si intravede il mare e sembra sempre più grosso e spaventoso.
In questo momento ho iniziato a pensare di essere veramente un pazzo, perché solo uno fuori di testa può andare a pesca in queste condizioni. Da lì alle 13,00 non siamo potuti scendere dalla macchina, fino a che tutto si è placato. Il cielo all’orizzonte si stava aprendo, la pioggia è cessata quasi del tutto, insomma si può tornare a pescare.
La burrasca
Giunti alla postazione, lasciata incustodita per più di un’ora sotto la burrasca, abbiamo trovato il delirio. I cassettoni aperti, bustine di ami e minuteria varia sparsi ovunque. Credo di aver perso veramente tante cose, ma chissene frega, incazzarmi e rovinarmi ancora di più la giornata non serve. Ora ho un paio d’ore buone per pescare e non posso titubare nemmeno un’istante. Finisco di montare la seconda canna, short rovesciato e trancio di sgombro alla ricerca della spigola.
Le canne riescono a tenere il mare per fortuna, ma di tocche nemmeno l’ombra. Il vento è girato ed è passato a libeccio, il cielo all’orizzonte è sempre abbastanza limpido e questo mi fa ben sperare, non tanto per la pesca quanto per il ritardo del prossimo nuvolone.
Il tempo passa ma le tocche non arrivano, mentre da sud ovest un’ombra nera nel cielo si avvicina. L’assenza di abbocate mi fa capire che qualcosa non funziona. Forse il mare è troppo mosso, ma è anche vero che si riesce a stare in pesca. E allora cosa c’è che non funziona? Forse non riesco a superare l’ultimo frangente? Eppure tra la schiuma e i cavalloni qualche sarago dovrebbe girare. Se dopo due ore di pesca non si vede niente di niente, vuol dire con certezza che la postazione scelta non darà frutti. Se il punto fosse buono, almeno qualcosa, anche di piccolo, sarebbe dovuto uscire. Forse la perturbazione è troppo forte anche per pescare a Serapo? Tante domande e tanti dubbi. Ma il surfcasting è anche questo.
Surfcasting Serapo: le conclusioni
Nonostante la mia esperienza, ci sono tante cose che ancora devo imparare, ma per fare un nuovo salto di qualità, bisogna sbattere la testa tante volte. Prima era più facile salire i gradini. Quando si è alla prime armi, hai mille vie da seguire. Ma più passa il tempo e più ti rendi conto che la conoscenza e la comprensione del mare sono il segreto per fare un nuovo carniere. Ma per scoprire nuovi orizzonti bisogna saper anche rischiare.
Oggi ho imparato che anche a Serapo, quando i venti sono oltre i 20 nodi, non rende come spiaggia. Forse è stato solo un caso, ma tanti chilometri si devono fare solo quando si ha la certezza di fare qualche cattura, altrimenti è meglio restare vicino casa, soprattutto se ci sono giornate burrascose come queste.
Breve video della mareggiata
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